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Chi ha steso braccia al largo -battendo le pinne dei piedi -gli occhi assorti nel buio del respiro, -chi si è immerso nel fondo di pupilla – di una cernia intanata – dimenticando l’aria, chi ha legato -all’albero una tela e ha combinato -la rotta e la deriva, chi ha remato -in piedi a legni lunghi: questi sanno -che le acque hanno volti. -E sopra i volti affiorano – burrasche, bonacce, correnti -e il salto dei pesci che sognano il volo. (Erri De Luca.) Una Boa, un ormeggio sicuro, non è più solo un’oggetto galleggiante, ancorato in un determinato punto per evitare la deriva da moto ondoso, o per segnalare un pericolo, per l’artista diventa un simbolo che nasce dai ricordi legati all’infanzia, delimita il limite estremo dove poter nuotare fino alla “zona sicura” e poi tornare indietro, un punto fermo al quale aggrapparci in un percorso di riflessione che ci riporti alla terra ferma.